
Efficienza di miscelazione
L'efficienza di miscelazione descrive il rapporto tra l'efficacia di un processo di miscelazione e il tempo o l'energia necessari per realizzarlo. Essa indica l'efficacia con cui un miscelatore o un processo di miscelazione riduce le differenze di concentrazione presenti nel prodotto e raggiunge una determinata omogeneità. Poiché i prodotti miscelati e le condizioni di processo variano, non esiste una formula universale per determinare l'efficienza di miscelazione. Nella pratica industriale, tuttavia, si sono affermati diversi approcci metodologici.
1. Efficienza di miscelazione basata sulla varianza o sulla deviazione standard
L'efficienza di miscelazione è descritta più spesso in termini di riduzione della varianza di concentrazione. A tal fine, la varianza della qualità di miscelazione prima dell'inizio del processo di miscelazione viene confrontata con la varianza dopo un tempo di miscelazione definito. Maggiore è la riduzione della varianza, più efficiente è il processo.
Spesso viene utilizzata la seguente formula:
E1 = (σ₀² − σₜ²) / σ₀²
σ₀² = varianza iniziale del materiale miscelato
σₜ² = varianza dopo un determinato tempo di miscelazione t
Interpretazione: E = 0 → nessun miglioramento, E = 1 → omogeneità teoricamente perfetta (σₜ² → 0). Questa “efficienza” descrive quindi la percentuale del grado di disomogeneità iniziale che è già stata eliminata.
2. Efficienza di miscelazione in relazione al tempo di miscelazione
Un altro approccio si basa sul tempo di miscelazione necessario. In questo caso, l'efficienza è intesa come la capacità di raggiungere l'omogeneità desiderata nel minor tempo possibile. Tempi di miscelazione più brevi corrispondono a una maggiore efficienza di miscelazione e consentono di trarre conclusioni sulle prestazioni dell'utensile di miscelazione e sui meccanismi di flusso nella camera di miscelazione.
E2 = triferimento / ttempo di miscelazione
Interpretazione: più breve è il tempo di miscelazione, maggiore è l'efficienza.
3. Efficienza energetica di miscelazione
Nei processi ad alta intensità energetica, in particolare nei processi di miscelazione con elevati effetti di taglio o dispersione, l'efficienza di miscelazione è spesso definita come il guadagno di omogeneità per energia impiegata. Questo approccio tiene conto del fatto che, oltre al tempo, anche il consumo energetico è un fattore decisivo per la valutazione del processo.
E3 = (σ02 − σt2) / Q
Q = consumo energetico del miscelatore. Interpretazione: E è quindi una misura di quanto “bene” un miscelatore produce omogeneità dall'energia immessa.
4. Riferimento teorico: miscelazione casuale (random mixing)
In alcune applicazioni, la varianza effettivamente ottenuta viene confrontata con la varianza teorica di una miscelazione casuale ideale. Questo confronto metodologico fornisce indicazioni su quanto un processo di miscelazione si avvicini al miglior risultato statisticamente possibile.
σrandom² = p · (1 − p) / n
σ2random = varianza della qualità di miscelazione teoricamente ideale
σ2t = varianza della qualità di miscelazione ottenuta
p = percentuale di materiale del componente
n = numero di particelle nel volume del campione
Ne risulta:
E4 = σrandom² / σt²
E > 1 significa che il processo reale miscela “meglio del caso” (raro nella pratica).
Tutti i metodi hanno in comune il fatto che l'efficienza di miscelazione è una misura del raggiungimento dell'obiettivo di un processo di miscelazione: con l'aiuto di questi indici di efficienza è possibile effettuare un confronto sistematico tra diversi processi di miscelazione. Se ai singoli criteri vengono assegnati fattori di ponderazione adeguati e valutati nell'ambito di un'analisi dell'utilità, si ottiene una base decisionale oggettiva per la scelta del processo di miscelazione ottimale.
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